1 - Riduzione della tassazione sul lavoro che porti a un alleggerimento dell'Irap attraverso una rimodulazione dell'Iva. Questa ricomposizione darebbe più slancio al Pil, perché la riduzione del costo del lavoro agisce su competitività, prezzi e margini delle imprese e ampiamente compensa l'effetto negativo sui consumi dell'inasprimento dell'Iva. Per evitare che la maggior aliquota Iva finisca in maggiore evasione occorre potenziare gli strumenti di controllo.
2 -L'innalzamento dell'età pensionabile obbligatorio per tutti a 70 anni, accorciando il percorso che, con l'ultima manovra, farebbe raggiungere tale soglia nel 2050, per arrivarvi entro il 2020. Ciò permetterebbe di pagare pensioni più elevate e di ridurre gradualmente il carico dei contributi sociali molto elevati.
3 - L'Europa adotti eurobond (titoli di debito europeo) per sostenere i Paesi in difficoltà, evitando l'innalzamento nell'area euro dei tassi e garantendo la possibilità per tutti i Paesi membri di finanziarsi a costi accettabili. L'Efsf (ma si possono immaginare anche altri emittenti come la Bei o il nuovo veicolo Esm) potrebbe collocare bond fino a 2.000 miliardi (dagli attuali 225) con garanzie pari a circa 3.500 miliardi. Questa raccolta potrebbe servire anche a sostenere direttamente (e non a parole) investimenti in infrastrutture transnazionali con una importante ricaduta anche per l'Italia.
4 - Scossa forte sulle privatizzazioni a cominciare dalla Rai e dalle aziende di public utility oggi possedute da enti locali o da loro controllate. Al di là dei vantaggi diretti sul debito e quindi del risparmio sulla spesa per interessi, si ridurrebbe drasticamente l'intervento diretto della politica (e delle sue logiche spartitorie e di arricchimento) nella produzione di beni e servizi.
5 - Un piano di liberalizzazione di licenze e orari per tutte le attività del commercio, servizi, farmacie, para-farmacie e reti distributive. Liberalizzazione delle professioni. Potenziamento del ruolo dell'Antitrust. Adozione del principio per cui nessun cittadino e nessuna impresa sono tenuti a presentare certificazioni che sono già in possesso della pubblica amministrazione.
6 - Definire un patto di stabilità interno effettivamente non derogabile sui parametri dei costi standard per la spesa sanitaria.
7 - Aumento delle rette universitarie. Non c'è motivo per cui chi può permetterselo non debba pagare in modo adeguato l'investimento formativo dei figli. Gli studenti meritevoli e non abbienti vanno invece sostenuti con un sistema generoso e mirato di borse di studio e/o di prestiti (come in numerose esperienze straniere).
Ciò spingerebbe a migliorare nettamente la gestione delle università, perché ne farebbe dipendere il finanziamento in modo più marcato e diretto da quanto gli studenti versano. Abolizione del valore legale del titolo di studio, per cui non varrà più che un diploma ottenuto abbia lo stesso valore indipendentemente dalla bontà dell'ateneo in cui è stato conseguito.
8 - Trasparenza della pubblica amministrazione:una forte iniziativa con l'adozione di una legge per la libertà d'informazione ("Freedom of Information Act", secondo le migliori esperienze straniere). Questo consentirebbe di monitorare l'operato dei funzionari pubblici e li renderebbe più responsabili di inutili ritardi, evitando il rimpallo delle pratiche tra un ufficio e l'altro.
9 - Riduzione dei costi della politica: adeguamento immediato delle indennità dei parlamentari e del numero degli eletti alla media europea, abolizione delle Province e accorpamento dei Comuni più piccoli, dimezzamento delle rappresentanze dei consigli regionali, comunali e circoscrizionali e riduzione dei componenti dei cda di tutte le società controllate dagli enti locali. Queste scelte possono avere un significato speciale per restituire credibilità alle istituzioni.
Siamo ben consapevoli che la ricetta per la crescita è composta da molti ingredienti e che questa lista non li esaurisce certo tutti. Le imprese stesse devono agire sulla propria governance, patrimonializzazione, dimensione, innovazione come mostrano i sempre più numerosi casi di successo. Ma l'ingrediente principale è costituito dalla fiducia e queste misure ridarebbero slancio alla voglia di fare che negli imprenditori e nei lavoratori italiani non è mai venuta meno e che è il vero capitale del Paese.
2 -L'innalzamento dell'età pensionabile obbligatorio per tutti a 70 anni, accorciando il percorso che, con l'ultima manovra, farebbe raggiungere tale soglia nel 2050, per arrivarvi entro il 2020. Ciò permetterebbe di pagare pensioni più elevate e di ridurre gradualmente il carico dei contributi sociali molto elevati.
3 - L'Europa adotti eurobond (titoli di debito europeo) per sostenere i Paesi in difficoltà, evitando l'innalzamento nell'area euro dei tassi e garantendo la possibilità per tutti i Paesi membri di finanziarsi a costi accettabili. L'Efsf (ma si possono immaginare anche altri emittenti come la Bei o il nuovo veicolo Esm) potrebbe collocare bond fino a 2.000 miliardi (dagli attuali 225) con garanzie pari a circa 3.500 miliardi. Questa raccolta potrebbe servire anche a sostenere direttamente (e non a parole) investimenti in infrastrutture transnazionali con una importante ricaduta anche per l'Italia.
4 - Scossa forte sulle privatizzazioni a cominciare dalla Rai e dalle aziende di public utility oggi possedute da enti locali o da loro controllate. Al di là dei vantaggi diretti sul debito e quindi del risparmio sulla spesa per interessi, si ridurrebbe drasticamente l'intervento diretto della politica (e delle sue logiche spartitorie e di arricchimento) nella produzione di beni e servizi.
5 - Un piano di liberalizzazione di licenze e orari per tutte le attività del commercio, servizi, farmacie, para-farmacie e reti distributive. Liberalizzazione delle professioni. Potenziamento del ruolo dell'Antitrust. Adozione del principio per cui nessun cittadino e nessuna impresa sono tenuti a presentare certificazioni che sono già in possesso della pubblica amministrazione.
6 - Definire un patto di stabilità interno effettivamente non derogabile sui parametri dei costi standard per la spesa sanitaria.
7 - Aumento delle rette universitarie. Non c'è motivo per cui chi può permetterselo non debba pagare in modo adeguato l'investimento formativo dei figli. Gli studenti meritevoli e non abbienti vanno invece sostenuti con un sistema generoso e mirato di borse di studio e/o di prestiti (come in numerose esperienze straniere).
Ciò spingerebbe a migliorare nettamente la gestione delle università, perché ne farebbe dipendere il finanziamento in modo più marcato e diretto da quanto gli studenti versano. Abolizione del valore legale del titolo di studio, per cui non varrà più che un diploma ottenuto abbia lo stesso valore indipendentemente dalla bontà dell'ateneo in cui è stato conseguito.
8 - Trasparenza della pubblica amministrazione:una forte iniziativa con l'adozione di una legge per la libertà d'informazione ("Freedom of Information Act", secondo le migliori esperienze straniere). Questo consentirebbe di monitorare l'operato dei funzionari pubblici e li renderebbe più responsabili di inutili ritardi, evitando il rimpallo delle pratiche tra un ufficio e l'altro.
9 - Riduzione dei costi della politica: adeguamento immediato delle indennità dei parlamentari e del numero degli eletti alla media europea, abolizione delle Province e accorpamento dei Comuni più piccoli, dimezzamento delle rappresentanze dei consigli regionali, comunali e circoscrizionali e riduzione dei componenti dei cda di tutte le società controllate dagli enti locali. Queste scelte possono avere un significato speciale per restituire credibilità alle istituzioni.
Siamo ben consapevoli che la ricetta per la crescita è composta da molti ingredienti e che questa lista non li esaurisce certo tutti. Le imprese stesse devono agire sulla propria governance, patrimonializzazione, dimensione, innovazione come mostrano i sempre più numerosi casi di successo. Ma l'ingrediente principale è costituito dalla fiducia e queste misure ridarebbero slancio alla voglia di fare che negli imprenditori e nei lavoratori italiani non è mai venuta meno e che è il vero capitale del Paese.
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