sabato 27 agosto 2011

Economia


28/08/2011 - La "stangata" sulle famiglie italiane

Prezzi e tariffe, rincari a settembre



Un utente alle prese con calcolatrice e bolletta del gas: a partire dal prossimo mese è previsto un aumento di oltre un centinaio di euro

Nel 2011 spesi 1.500 euro

in più. Aumento dell’Iva

e Robin Tax potrebbero

peggiorare la situazione

di CARLO DA FOGGIA, dalla "Stampa"



I guai non vengono mai da soli. Non bastasse infatti la stangata fiscale prevista dai tagli delle manovre correttive di luglio e Agosto - una mazzata che secondo la Cgia di Mestre farà salire la pressione fiscale al 44,3% nel 2013, un record mai toccato nel nostro paese neanche ai tempi dell’eurotasa di prodi (era il 1997) -; non bastasse il balzello di cifre che in queste settimane, tra aumento dell’Iva, estensione della Robin Hood Tax (la tassa sulle plusvalenze) dal settore energetico a tutti i titolari di concessioni (telefonia, autostrade, servizi pubblici), sta rovinando il sonno a famiglie e imprese e non bastasse neanche l’aumento delle imposte su giochi e sigarette, ecco che arriva un’altra brutta notizia, questa volta dal fronte dei consumi.



A lanciare l’allarme, Federconsumatori e Adusbef: a settembre gli italiani faranno i conti con una raffica di rincari che, tra assicurazioni, libri scolastici, biglietti dei treni, alimenti, mutui e bollette peseranno come un macigno soprattutto sui bilanci familiari per un totale complessivo che porterà la stangata di quest’anno ad oltre 1.500 euro. L’aumento più consistente ha riguardato il trasporto pubblico visto l’aumento del costo dei biglietti (25-30%) ma in termini assoluti è stata la spesa alimentare a farsi sentire maggiormente nelle tasche dei consumatori che hanno speso al supermercato 367 euro in più del 2010. Ad incidere su questi ultimi anche il prezzo dei carburanti (+240 euro) che in questi giorni, tra l’altro, sembra essere in crescita esponenziale sulla scia degli eventi libici. Se a questi aggiungiamo l’aumento delle tariffe di assicurazioni (105 euro) e autostrade (37 euro), quest’anno avere la macchina è costato ad ogni italiano 382euro in più dell’anno scorso. E non che sia andata molto meglio a chi ha scelto di viaggiare in treno, perché anche qui i prezzi sono aumentati per tutti, anche per i pendolari (122 euro). A questo lungo elenco infine non potevano che aggiungersi le immancabili bollette di gas (106 euro), luce (19 euro) e acqua (21 euro).



“È indispensabile avviare severi controlli e verifiche - fanno sapere in una nota congiunte Rosario Trifiletti (federconsumatori) ed Elio Lanutti (Adusbef) - per eliminare ogni ombra di speculazione, è assolutamente insopportabile che in questa fase di austerity, in molti settori si stiano verificando aumenti di prezzi e tariffe”. Se gli aumenti hanno riguardato tutto il 2011, il tasto dolente viene però adesso. Agli ulteriori rincari attesi a settembre si potrebbero infatti sommare le modifiche al decreto in discussione al Senato e che in questi giorni stanno animando la maggioranza.



L’aumento dell’Iva, previsto di un punto per l’aliquota massima del 20%, permetterà infatti di limare o sgravare del tutto i tagli previsti per gli enti locali (soprattutto i comuni) ma si ripercuoterà sui consumi e quindi sulle spese. Il centro studi degli artigiani di Mestre ha calcolato un danno per le famiglie di 92 euro (trasporti, sanità e casa), un dato contestato dalle associazioni che stimano un costo aggiuntivo di 173 euro considerando anche il conseguente aumento dell’inflazione che questa norma comporterebbe.



Le stesse associazioni guardano con preoccupazione anche il tira e molla in seno alla maggioranza sull’estensione della Robin Tax. La tassa sugli utili del settore energetico - che petrolieri, banche e assicurazioni hanno realizzato soprattutto dall’aumento del costo della benzina - introdotta da Tremonti nel 2008 per finanziare la social card (un mezzo fallimento per la verità) è stata prolungata dalla manovra correttiva. Non solo, potrebbe essere prevista una sua estensione ad altri settori, come chiesto qualche giorno fa dalla commissione industria del Senato. Federconsumatori e Adusbef chiedono al governo di vigilare per evitare che questa tassa si traduca di fatto in nuovi aumenti per i consumatori. Il rischio da sempre connesso a questo particolare aumento ‘una tantum’ (mica tanto) dell’imposta Ires è infatti la possibilità di una sua ‘traslazione’ sui prezzi dei carburanti e degli altri derivati del petrolio. Le aziende in pratica farebbero pagare ai cittadini le tasse che il governo gli impone. Se la Robin Hood Tax venisse estesa ad altri settori questo rischio, ovviamente, si allargherebbe a dismisura e potrebbe creare non pochi problemi.



Prendere ai ricchi per dare ai poveri è una misura di equità ma non ha molto senso se poi, appena si distoglie lo sguardo, ci si riprende tutto con gli interessi.

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