Meno tasse agli imprenditori giovani
Cosa cambia con la manovra
Giovani, commercio e città d’arte. La manovra correttiva tocca altre tre voci molto sensibili del tessuto sociale. Primo obiettivo l’autoimprenditorialità giovanile per contrastare la disoccupazione che ha toccato picchi da record. La manovra prevede uno sgravio fiscale per le nuove imprese formate da giovani sotto i 35 anni. L’imposta sarà del 5% forfettaria («la più conveniente d’Europa» l’ha definita il ministro Tremonti) e avrà una durata di 5 anni. Lo stesso ministro dell’Economia ha precisato che le misure di agevolazione fiscale per le nuove imprese riguarderanno «anche le persone escluse dal mondo del lavoro come i cassa integrati». Secondo obiettivo, la liberalizzazione del commercio, soprattutto nelle città d’arte. Da tempo si invocava un regime speciale e più libero dai vincoli di chiusura per le città che possono vantare un alto flusso di turisti durante i giorni festivi o nei periodi di vacanza. Per questo motivo nel testo è previsto che nei comuni di interesse turistico e nelle città d’arte gli esercizi commerciali, in via sperimentale, non saranno più vincolati al rispetto degli orari di apertura e chiusura. Facoltativa anche la chiusura domenicale e festiva e la mezza giornata di chiusura infrasettimanale. Misure che finora erano appannaggio esclusivo dei singoli Comuni e che ora invece vengono rese libere dalla legge statale. Rimane da definire chi, e in base a quali criteri, possa definire una città a vocazione turistica.
I. Tro.
Previdenza
Pensioni delle donne, dal 2020 un mese in più al lavoro
Dal 2020 ci vorrà un mese di più, ossia 60 anni e un mese, per consentire alle donne che lavorano nel settore privato di andare in pensione. I 65 anni verranno raggiunti nel 2032. È una norma ammorbidita rispetto alle intenzioni iniziali quella che ha trovato posto nel decreto varato ieri dal governo. E che, come ha detto il ministro per il Welfare, realizzerà «in tempi congrui» la parità previdenziale tra i sessi. Altre misure riguardano la previdenza anche degli uomini. Come l’agganciamento dei requisiti di età e contributivi per l’accesso alla pensione all’aspettativa di vita media calcolata dall’Istat. In pratica nel 2020 l’età di vecchiaia sarà intorno ai 67 anni e di anzianità attorno ai 63-64 anni. Bisognerà invece aspettare la pubblicazione del decreto, limato fino all’ultimo momento nel corso della discussione a Palazzo Chigi, per sapere se sono rimasti in piedi gli interventi sulle pensioni più elevate, oltre i 2.500 euro al mese. Che vanno, per il biennio 2012-2013, dal blocco della rivalutazione automatica della fascia di importo degli assegni pensionistici superiore a 5 volte il trattamento minimo Inps alla riduzione del 45% per le fasce da 3 a 5 volte superiori il minimo. Dovrebbe poi scattare la riduzione (parametrata alla durata del matrimonio) delle pensioni di reversibilità degli over settanta verso il coniuge più giovane di oltre vent’anni.
S.Ta.
Fisco
Scaglioni del 20-30-40% Sanatoria fino a 20 mila euro
«Puntiamo ad un allargamento della base imponibile dell’Irpef con una riduzione delle 470 forme di agevolazione fiscale oggi esistenti, ed una volta ampliata la base potremo varare il sistema con tre sole aliquote al 20, 30 e 40%». Così il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha illustrato ieri i principi fondamentali della delega per la riforma del fisco, che contempla anche una semplificazione dei tributi che saranno ridotti a cinque (Irpef, Ires, Iva, accisa e imposta di servizio, che assorbirà altri tributi come le imposte di registro, di bollo, catastali e ipotecarie). Le altre risorse per finanziare la riforma verranno dall’eliminazione delle sovrapposizioni tra il fisco e l’assistenza sociale svolta dall’Inps, e dalla lotta all’evasione. Per quanto riguarda l’Iva la delega è vaga: non si parla più di aumento ma di graduale modifica delle aliquote, tenendo conto dell’impatto sull’inflazione. Confermato anche il riordino della tassazione sulle rendite finanziarie (con un’aliquota unica che sarebbe al 20%), e la progressiva riduzione dell’Irap, a partire dal 2014, fino alla sua eliminazione. La delega prevede anche la riforma degli studi di settore e il concordato preventivo biennale per le imprese e i lavoratori autonomi. Scatterà subito, invece, la definizione agevolata delle liti di minor entità pendenti con il fisco (fino a 20 mila euro). Le cause pendenti nelle commissioni tributarie al primo maggio scorso potranno essere chiuse con un pagamento che va da 150 a 2.000 euro.
M.Sen.
Giustizia
Processo civile, un tetto di 6 anni per la durata
ROMA—La manovra, nella parte che incide sul processo civile e in minima parte anche su quello penale, una volta tanto mette d’accordo il governo e i magistrati che nel testo non hanno trovato le temute norme ad personam paventate da Antonio Di Pietro (Idv). Spiega il ministro Angelino Alfano: «Con la manovra finanziaria viene completato il quadro delle riforme per l’efficienza del processo civile intrapreso dall’inizio di questa legislatura, e vengono adottate misure specifiche per la riduzione del contenzioso pendente». Nel dettaglio, Alfano ha elencato le novità: obbligo di programmazione del lavoro per i capi degli uffici giudiziari, semplificazione delle comunicazioni processuali e della decisione in grado di appello, convenzioni per la formazione professionale dei giovani laureati nei tribunali come assistenti del giudice, incentivi economici per gli uffici giudiziari più efficienti nella riduzione dell’arretrato, misure specifiche per la riduzione e l’accelerazione del contenzioso previdenziale. È prevista poi la sospensione dei processi penali per gli imputati irreperibili e la deroga al divieto di svolgere funzioni requirenti e giudicanti monocratiche, limitata ai magistrati nominati ad agosto del 2010 al fine di coprire le sedi sguarnite. Per Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, «le misure vanno verso l’efficienza del processo». Invece per Maurizio Di Tilla (Oua) gli avvocati considerano il decreto «un’occasione persa»
D.Mart.
La finanza pubblica
Tagli a Comuni e Province Costi standard per la sanità
«Siamo molto preoccupati: non ci sono iniziative per la crescita e ci sono scelte pesantissime per le Regioni e i loro servizi» dice Vasco Errani, presidente della Conferenza dei governatori. «Se le informazioni sono vere, vorrebbe dire aver decretato la chiusura dei servizi comunali» dicono nel quartier generale dell’Anci, l’associazione dei Comuni. Come l’anno scorso, più dell’anno scorso, la manovra di correzione dei conti pubblici preannuncia uno scontro al calor bianco tra il governo e gli enti locali. Già davanti alle prime indiscrezioni sui tagli i governatori, ieri, hanno deciso di disertare l’incontro con l’esecutivo. Si farà la prossima settimana, ma l’esito è scontato, visto che tutte le anticipazioni sui tagli a Regioni ed enti locali sarebbero confermate dal testo della manovra approvato dal Consiglio dei ministri. Tagli pesanti, anche se includono i risparmi sulla sanità dovuti all’introduzione dei costi standard: per il 2013 ci sarebbe una sforbiciata di 3,5 miliardi, nel 2014 di altri 6 miliardi di euro. Per le Regioni la riduzione dei trasferimenti sarebbe di 1,8 miliardi nel 2013 (di cui 1 miliardo per quelle a statuto speciale) e di 3,4 nel 2014 (di cui 2 miliardi per le Regioni a statuto speciale). In compenso, dal 2013, sarà modificato il Patto di stabilità interno, che escluderà dai sacrifici tutti gli enti che nel triennio precedente abbiano rispettato i vincoli di bilancio, ma anche parametri come l’incidenza della spesa per il personale.
M.Sen.
01 luglio 2011 08:50
Cosa cambia con la manovra
Giovani, commercio e città d’arte. La manovra correttiva tocca altre tre voci molto sensibili del tessuto sociale. Primo obiettivo l’autoimprenditorialità giovanile per contrastare la disoccupazione che ha toccato picchi da record. La manovra prevede uno sgravio fiscale per le nuove imprese formate da giovani sotto i 35 anni. L’imposta sarà del 5% forfettaria («la più conveniente d’Europa» l’ha definita il ministro Tremonti) e avrà una durata di 5 anni. Lo stesso ministro dell’Economia ha precisato che le misure di agevolazione fiscale per le nuove imprese riguarderanno «anche le persone escluse dal mondo del lavoro come i cassa integrati». Secondo obiettivo, la liberalizzazione del commercio, soprattutto nelle città d’arte. Da tempo si invocava un regime speciale e più libero dai vincoli di chiusura per le città che possono vantare un alto flusso di turisti durante i giorni festivi o nei periodi di vacanza. Per questo motivo nel testo è previsto che nei comuni di interesse turistico e nelle città d’arte gli esercizi commerciali, in via sperimentale, non saranno più vincolati al rispetto degli orari di apertura e chiusura. Facoltativa anche la chiusura domenicale e festiva e la mezza giornata di chiusura infrasettimanale. Misure che finora erano appannaggio esclusivo dei singoli Comuni e che ora invece vengono rese libere dalla legge statale. Rimane da definire chi, e in base a quali criteri, possa definire una città a vocazione turistica.
I. Tro.
Previdenza
Pensioni delle donne, dal 2020 un mese in più al lavoro
Dal 2020 ci vorrà un mese di più, ossia 60 anni e un mese, per consentire alle donne che lavorano nel settore privato di andare in pensione. I 65 anni verranno raggiunti nel 2032. È una norma ammorbidita rispetto alle intenzioni iniziali quella che ha trovato posto nel decreto varato ieri dal governo. E che, come ha detto il ministro per il Welfare, realizzerà «in tempi congrui» la parità previdenziale tra i sessi. Altre misure riguardano la previdenza anche degli uomini. Come l’agganciamento dei requisiti di età e contributivi per l’accesso alla pensione all’aspettativa di vita media calcolata dall’Istat. In pratica nel 2020 l’età di vecchiaia sarà intorno ai 67 anni e di anzianità attorno ai 63-64 anni. Bisognerà invece aspettare la pubblicazione del decreto, limato fino all’ultimo momento nel corso della discussione a Palazzo Chigi, per sapere se sono rimasti in piedi gli interventi sulle pensioni più elevate, oltre i 2.500 euro al mese. Che vanno, per il biennio 2012-2013, dal blocco della rivalutazione automatica della fascia di importo degli assegni pensionistici superiore a 5 volte il trattamento minimo Inps alla riduzione del 45% per le fasce da 3 a 5 volte superiori il minimo. Dovrebbe poi scattare la riduzione (parametrata alla durata del matrimonio) delle pensioni di reversibilità degli over settanta verso il coniuge più giovane di oltre vent’anni.
S.Ta.
Fisco
Scaglioni del 20-30-40% Sanatoria fino a 20 mila euro
«Puntiamo ad un allargamento della base imponibile dell’Irpef con una riduzione delle 470 forme di agevolazione fiscale oggi esistenti, ed una volta ampliata la base potremo varare il sistema con tre sole aliquote al 20, 30 e 40%». Così il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha illustrato ieri i principi fondamentali della delega per la riforma del fisco, che contempla anche una semplificazione dei tributi che saranno ridotti a cinque (Irpef, Ires, Iva, accisa e imposta di servizio, che assorbirà altri tributi come le imposte di registro, di bollo, catastali e ipotecarie). Le altre risorse per finanziare la riforma verranno dall’eliminazione delle sovrapposizioni tra il fisco e l’assistenza sociale svolta dall’Inps, e dalla lotta all’evasione. Per quanto riguarda l’Iva la delega è vaga: non si parla più di aumento ma di graduale modifica delle aliquote, tenendo conto dell’impatto sull’inflazione. Confermato anche il riordino della tassazione sulle rendite finanziarie (con un’aliquota unica che sarebbe al 20%), e la progressiva riduzione dell’Irap, a partire dal 2014, fino alla sua eliminazione. La delega prevede anche la riforma degli studi di settore e il concordato preventivo biennale per le imprese e i lavoratori autonomi. Scatterà subito, invece, la definizione agevolata delle liti di minor entità pendenti con il fisco (fino a 20 mila euro). Le cause pendenti nelle commissioni tributarie al primo maggio scorso potranno essere chiuse con un pagamento che va da 150 a 2.000 euro.
M.Sen.
Giustizia
Processo civile, un tetto di 6 anni per la durata
ROMA—La manovra, nella parte che incide sul processo civile e in minima parte anche su quello penale, una volta tanto mette d’accordo il governo e i magistrati che nel testo non hanno trovato le temute norme ad personam paventate da Antonio Di Pietro (Idv). Spiega il ministro Angelino Alfano: «Con la manovra finanziaria viene completato il quadro delle riforme per l’efficienza del processo civile intrapreso dall’inizio di questa legislatura, e vengono adottate misure specifiche per la riduzione del contenzioso pendente». Nel dettaglio, Alfano ha elencato le novità: obbligo di programmazione del lavoro per i capi degli uffici giudiziari, semplificazione delle comunicazioni processuali e della decisione in grado di appello, convenzioni per la formazione professionale dei giovani laureati nei tribunali come assistenti del giudice, incentivi economici per gli uffici giudiziari più efficienti nella riduzione dell’arretrato, misure specifiche per la riduzione e l’accelerazione del contenzioso previdenziale. È prevista poi la sospensione dei processi penali per gli imputati irreperibili e la deroga al divieto di svolgere funzioni requirenti e giudicanti monocratiche, limitata ai magistrati nominati ad agosto del 2010 al fine di coprire le sedi sguarnite. Per Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, «le misure vanno verso l’efficienza del processo». Invece per Maurizio Di Tilla (Oua) gli avvocati considerano il decreto «un’occasione persa»
D.Mart.
La finanza pubblica
Tagli a Comuni e Province Costi standard per la sanità
«Siamo molto preoccupati: non ci sono iniziative per la crescita e ci sono scelte pesantissime per le Regioni e i loro servizi» dice Vasco Errani, presidente della Conferenza dei governatori. «Se le informazioni sono vere, vorrebbe dire aver decretato la chiusura dei servizi comunali» dicono nel quartier generale dell’Anci, l’associazione dei Comuni. Come l’anno scorso, più dell’anno scorso, la manovra di correzione dei conti pubblici preannuncia uno scontro al calor bianco tra il governo e gli enti locali. Già davanti alle prime indiscrezioni sui tagli i governatori, ieri, hanno deciso di disertare l’incontro con l’esecutivo. Si farà la prossima settimana, ma l’esito è scontato, visto che tutte le anticipazioni sui tagli a Regioni ed enti locali sarebbero confermate dal testo della manovra approvato dal Consiglio dei ministri. Tagli pesanti, anche se includono i risparmi sulla sanità dovuti all’introduzione dei costi standard: per il 2013 ci sarebbe una sforbiciata di 3,5 miliardi, nel 2014 di altri 6 miliardi di euro. Per le Regioni la riduzione dei trasferimenti sarebbe di 1,8 miliardi nel 2013 (di cui 1 miliardo per quelle a statuto speciale) e di 3,4 nel 2014 (di cui 2 miliardi per le Regioni a statuto speciale). In compenso, dal 2013, sarà modificato il Patto di stabilità interno, che escluderà dai sacrifici tutti gli enti che nel triennio precedente abbiano rispettato i vincoli di bilancio, ma anche parametri come l’incidenza della spesa per il personale.
M.Sen.
01 luglio 2011 08:50
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