lunedì 18 luglio 2011

Il Sindaco Santarcangelo risponde al consigliere D'Armento,
Credo che siano diventate stucchevoli le polemiche in cui il consigliere D’armento tenta di coinvolgere tutto ciò che può garantirgli una visibilità. Sono contento invece che finalmente abbia raggiunto una postazione (di autonomia all’interno del Consiglio Comunale) che gli permetterà di discettare su tutto lo scibile (senza chiedere il permesso ad alcuno), non tralasciando nulla: dalla guerra in Afganistan, alle vendite negli alberghi, alle morosità negli affitti, alla legittimità dei part-time, ai frigoriferi più o meno idonei fino alle ‘raccomandate’ postali e non. Questa attività di vigilanza ‘militare’ ci rende tutti più tranquilli. E comunque – avendo avuto per troppo tempo riguardo – decido che questo intervento sarà l’ultimo, non volendo offrire al Nostro occasioni di ulteriori, inutili e sterili polemiche, che se pure ci saranno non troveranno più udienza e risposta dal sottoscritto. Narciso non è il mio riferimento.




Nella travagliata vita dell’Amministrazione di Nova Siri qualcuno ha pensato di far prevalere protagonismi ad un tentativo di unità – questa sì flebile – immaginando salvezze personali ed addirittura creando casistiche che nell’ambito di un sistema militare difficilmente sarebbero state sopportate e tollerate. Così è successo nel caso dei disservizi del distretto sanitario di Nova Siri. Essere a conoscenza di disguidi da almeno un mese e non informare il Sindaco, alimentando ed amplificando le difficoltà per poi ergersi a paladino mediatico, non appartiene alla nostra cultura politico-amministrativa né vale l’assunto di un trattamento soft e di un tentativo di ‘captatio benevolentiae’ nei confronti dell’ASM. Chi mi conosce sa che non ho mai fatto sconti a nessuno, a parte qualche debolezza nella gestione delle deleghe assessorili… Apprendo invece con piacere che la questione delle Poste Italiane era stata già affrontata dal consigliere D’Armento in maniera para-normale e la cosa mi fa anche piacere. Resta la tristezza di quel che poteva essere e non è stato e dello scandalo che abbiamo offerto ai nostri elettori.



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