di DON PAOLO FARINELLA , da Micromega
L’Italia di Monti come il Congo: senza democrazia
Un mio caro amico che vive in Congo, padre Gianni Nobili, mi descrive la situazione che vede sotto i suoi occhi e fa un paragone con l’Italia e l’Europa dei nostri giorni. Egli dice che di fatto il Congo è in mano a movimenti armati, come ad es. «M23» che ha conquistato la città di Goma. L’esercito del Congo è inesistente e si squaglia ogni volta che un movimento alza la testa. La «Politica» o è corrotta o è impotente. Gli Stati esteri e le grandi compagnie minerarie del mondo hanno enormi interessi da arraffare e difendere, a costo di balcanizzare l’intera zona, per cui pagano i guerriglieri che spesso sono alleati degli invasori «economici». Chi paga il prezzo in Congo è la popolazione, del cui destino e sorte quotidiana nessuno s’interessa e a nessuno importa. L’Onu è presente, ma non può intervenire, può solo stare a guardare. La chiamano «missione di pace»: ne sappiamo qualcosa. Scrivi p. Giovanni:
«Da anni la farsa si sta giocando a spese di innumerevoli vittime innocenti… Stiamo vivendo in modo drammatico quello che tu da mesi analogamente stai analizzando nella società italiana. I poveri sono massacrati, non contano meno di nulla nei giochi sporchi a diabolici dei potenti. E’ stomachevole il linguaggio dei diplomatici che non vogliono dire apertamente una verità che tutti sanno, una verità che è chiara e semplice: la fame delle ricchezze sulle quali tutti vorrebbero mettere le mani. Ricchezze che abbondano in modo scandaloso in questa terra del Congo. ormai oggetto di cupidigie senza limiti».
E’ la riprova che vi è un progetto «universale» non solo di totale sfruttamento delle risorse naturali dei popoli legittimamente proprietari che vengono espulsi dal loro stesso diritto, ma anche di un annullamento radicale dei principi di democrazia e indipendenza. Sia in Africa che in Occidente e nel resto del mondo. Aveva ragione Marx: chi possiede gli strumenti (i mezzi), trasforma il lavoro e le persone in «merce», il cui valore è dato dagli stessi sfruttatori. Gli Africani, i Congolesi, gli Italiani … valgono nulla perché ciò che conta è il profitto di una infima minoranza che con i mezzi a sua disposizione è in grado di annullare i diritti e la stessa dignità. La Fiat trasferisce arme e bagagli in Olanda dove paga meno tasse sul profitto da dividere tra gli azionisti: e alla malora se migliaia di operai con decina di migliaia di famiglia restano sul lastrico alla fame. A Marchionne non importa nulla perché egli si prende lo stipendio base che è 511 volte superiore quello di un operario, esclusi gli altri benefit. L’Eni italiana di Scaroni in Africa (Nigeria) non impegna nessun operaio locale, ma sono tutti d’importazione; gas e petrolio locali sono invece esportati perché noi possiamo scaldarci e cucinare. Il nostro benessere lo pagano i poveri che sono derubati delle loro materie prime.
Nessuna differenza tra il governo Monti e i governi corrotti dell’Africa; hanno lo stesso obiettivo: annullare le pretese delle popolazioni di affacciarsi alla soglia della democrazia e incidere con la loro partecipazione alle sorti di se stessi e dei loro figli. Monti ha un compito: ridurre gli spazi di sopravvivenza per impedire che la democrazia si allarghi e devasti il sistema capitalista che è il regno «dei pochi». Monti annulla «di fatto» la carta dei diritti con la scusa che «non vi sono soldi».
In Africa e in Congo i soldi ci sono e servono per corrompere, per armare, per dividere, per distruggere. In Italia i soldi ci sono e servono per corrompere, per dividere, per affamare, per mettere in riga e per mantenere una mandria di fannulloni perversi che si fregiano anche del titolo di «cattolici» e il vescovi, complici di genocidio stanno a guardare e tacciano, quando non fanno affari con questa gentaglia maledetta da Dio e dai popoli. «Non vi sono soldi» è uno slogan che oggi ha il potere di svuotare la Costituzione e la Legge che impongono di rimuovere gli ostacoli di natura economica. A costoro, a livello mondiale, interessa avere utili «freschi, di giornata», se poi milioni di persone fanno la fame e muoiono … affari loro: prima muoiono, prima si tolgono di mezzo, prima lo Stato risparmia.
Si avvicina l’ora in cui «la collera dei poveri» insorgerà e travolgerà capitalismo e capitalisti, chiesa e vaticano, vescovi e parlamenti e li butterà tutti nell’immondezzaio della storia, là dove non si conserva la memoria nemmeno dei farabutti. Sono solidale con padre Gianni Nobili e prego con lui perché possiamo vedere l’alba del nuovo giorno.
don Paolo Farinella
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