mercoledì 27 febbraio 2013

I voti dopo il voto




di Daniele Di Giovanni

PAGELLE DEL DOPO-ELEZIONI
VOTO 10 AL M5S: Per anni ci hanno raccontato che per fare politica servono soldi, tanti soldi, e potere mediatico, tanto potere mediatico, “per quello vince Berlusconi” si diceva; ebbene, un manipolo di “eroi moderni” ha messo in piedi un movimento straordinario, partendo da zero, contando sulle sole capacità dei singoli e sulle provocazioni di un comico “portavoce”, sicuramente più bravo e “comico” di tanti buffoni di stanza a Montecitorio; a proposito, piccola nota a margine: se le vecchie, sane, intelligenti prassi istituzionali hanno ancora senso, per la presidenza della Camera si dovrebbe guardare al web-partito che ha, di fatto, vinto la contesa delle liste. I paragoni con la Lega “delle origini” non reggono, nei numeri, nelle modalità, nell’omogeneità nazionale del dato; se proprio devo azzardare un paragone, comunque inopportuno, mi viene in mente il “Fronte dell’Uomo Qualunque” post- bellico, e, per l’entusiasmo giovanile, l’esperienza della “Guardia di Ferro” di Codreanu in Romania. Nell’ipotesi che aiuti il PD a far nascere un governo “semestrale”(astensione alla Camera, fiducia “condizionata” al Senato) che faccia la riforma elettorale, abolisca la riforma Fornero,faccia una seria legge sul conflitto d’interessi e restituisca a settembre la parola ai cittadini, porrebbe raggiungere percentuali di consenso prossime alla misura giropetto di Nicole Minetti.

VOTO 9 A BERLUSCONI: c’era, e se la ricorda bene,alla finale di Coppa tra Milan e Liverpool, quella giocata tra i miracoli inglesi e le lacrime meneghine; Testa d’asfalto ha fatto qualcosa di simile, compiendo un’impresa senza precedenti: fino a dicembre ha guardato la partita dalle tribune e quando si è reso conto che la gara era compromessa, ha pensato bene di buttare i fumogeni(di marca “rimborso imu”) in campo (stadio “Senato della Repubblica”) e di costringere l’arbitro a sospendere la partita per impraticabilità di campo. Purtroppo per Bersani non è previsto lo 0-3 a tavolino, ma la semplice ripetizione del match:poi c’è l’arbitro Grillo che intriga e preoccupa…

VOTO 8 AL 99,55% DEGLI ITALIANI CHE NON HANNO VOTATO FINI: La seconda più grande soddisfazione di queste urne è sapere che il primo a dover abbandonare la Camera con il passamontagna in mano e le braccia in alto è proprio il suo Presidente, autore di uno dei più grandi disastri politici del dopoguerra, capace di cancellare la destra italiana, arrivata alle stelle durantei fasti di tangentopoli; il delfino di Almirante è diventato “tonno” e dopo la stagione delle ammucchiate “della libertà”, paga il suo onanismo neocentrista. Riferite urla e canti nei pressi della tomba di Rauti: niente di preoccupante, ma il buon Pino non aspettava altro. Gianfranco passa dal saluto romano al saluto (commiato) a Roma.

VOTO 7 A RENZI ed alle sue risate toscanacce che si sono udite fino al Profondo Sud… Il Renzaccio avrebbe sicuramente catalizzato buona parte del voto giovanile finito al Cinquestelle, ma quando ha provato a fare pulizia e rinnovamento, la casta del pd ha fatto la sintesi tra le sue molteplici anime, ha serrato i ranghi, stretto i denti ed ha assicurato la sopravvivenza della geronto-specie rifugiando nelle pantofole calde e comode di Bersani.

VOTO 6 ALLA LOCATION DELLA FESTA DEI TROMBATI, e/o comunque all’organizzazione dell’evento che non ci ha nemmeno mandato l’invito su facebook…ma se sulla location vige il massimo riserbo, sui “convitati di pietra” la lista appare ben chiara: Delfini missini, giudici assassini del congiuntivo, massoni che scambiano un corso di inglese per un master, montini-montoni, e chi ha avuto almeno la decenza di non iscriversi alla contesa elettorale in un inaspettato, ma entusiasmante, moto di autocritica.

VOTO 5 AL PROFESSOR MONTI: ambiva a formare il Grande Centro, invece viene più che doppiato da Grillo; paga, nell’ordine: 1) il rigore(e le punizioni e le ammonizioni), le lacrime ed il sangue; 2) la scesa in campo in prima persona; 3)l’alleanza con sgli scavi archeologici Casini e Fini; 4) il fatto che dalla Bignardi non si è capito se il candidato fosse lui o il cane; 5) il fatto che da Vespa sedeva a destra. Il suo “proggggetto” politico è filato via anonimo come un peto all’aria aperta in favor di vento.

VOTO 4 A RIVOLUZIONE CIVILE: Purtroppo verdi e rossissimi (quelli che angosciano i sogni di Truffolo, non quelli "allineati" di Nichi) rimangono ancora una volta fuori dal parlamento; sarà un caso (ed il loro contributo in passato è stato marginale) ma da quando la sinistra che fa la sinistra è fuori dalle istituzioni, lo stato sociale, la solidarietà, i temi del lavoro ed etici, della scuola, dell’ambiente sono completamente fuori dall’agenda politica del Paese; sbagliano la sintesi, sbagliano la “fusione fredda”, sbagliano a tirare fuori un simbolo nuovo a cinque settimane dalle elezioni; purtroppo l’immenso Diliberto non renderà indigesta, con la sua semplice presenza a Montecitorio, la quotidiana colazione romana di Truffolo.

VOTO 3 AD INGROIA: L’imitazione di Crozza, che dovrebbe essere satirica, caricaturale, esagerata, risulta invece più che calzante: appare svogliato, pronuncia mezze frasi tra i denti, se la prende con Bersani (che ha già i suoi bei problemi post-urne), sembra quasi che abbia voluto fare un favore a IDV-VERDI-PRC-PDCI mettendoci la faccia al loroposto ; ha pesantemente disatteso tutti i buoni pronostici della vigilia: nemmeno il progetto “ROSA NEL PUGNO” (SDI+ RADICALI+ MAL DI PANCIA DI CAPEZZONE) era risultato così abulico, anonimo, inopportuno nel panorama politico dell’ultimo decennio. Alla fine, in Sicilia, la mafia - che gli dà il lavoro - ha optato per il voto utile scegliendo compatta l’amore di sempre: Il Pdl.

VOTO 2 A BERSANI: Grillo sostiene che nel periodo aureo berlusconiano (legislatura 2001-2006) alla sinistra sarebbe bastato tacere per vincere le elezioni; ora che c’era da parlare, da ricordare chi governava questo Paese di Bengodi fino a novembre 2011, bene hanno pensato, Bersani ed i suoi, di trascorrere il mese di campagna elettorale a scegliere davanti allo specchio la cravatta da indossare sul doppio petto Pignatelli quando sarebbero andati a firmare e giurare da ministri e sottosegretari; ma Truffolo, il Luciano Moggi della politica italiana(che non distribuisce schede svizzere ma accordi economici farlocchi con gli Elvetici), gli ha tristemente ricordato che “ partita è finita quando arbitro fischia”; solidarietà umana al povero Crozza di cui sopra, per la difficoltà che troverà nel dover fare oggetto di satira chi ha già fatto ridere di suo a crepapelle.

VOTO 1 A CHI CONTINUA A FARE SONDAGGI TELEFONICI, ignorando che nelle migliaia di case dove in 80 mq convivono 15 studenti universitari e 5 lavoratori fuori sede, ci sono 20 voti di Grillo, 26 smartphone, 12 iPad e ZERO TELEFONI FISSI.

VOTO 0 ALL’ISTITUTO PIEPOLI, a cui la Rai aveva affidato sondaggi, instant poll e analisi-proiezioni delle più "strategiche" elezioni del dopo '48, e che ha fallito clamorosamente, più degli altri istituti, e l’unico numero che ha indovinato è stato il totale di deputati da eleggere (stabilito peraltro costituzionalmente). Se la matematica non è un’opinione, per Piepoli la statistica è un’aberrazione.
Fonte : Facebook

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