sabato 31 agosto 2013

Educare alla custodia è educare alla vita

Giornata del Creato, famiglia centrale
Educare alla custodia è educare alla vita
«Viviamo in un giardino affidato alle nostre mani», ricordarlo è difendere la vita stessa, è rendere grazie al Signore del creato. Un impegno che riguarda ogni uomo e che obbliga il credente a dare ragione della propria fede amando e custodendo ciò che gli è stato dato in consegna. Custodire piuttosto che salvaguardare, il passaggio non è da poco, parola nuova e antica scelta dai Vescovi nel messaggio per l’ottava giornata del creato: "La famiglia educa alla custodia del creato". Custodire più che salvaguardare, rimando alla pagina biblica dell’origine: l’universo e il mondo, l’uomo e le creature, tutte sono famiglia di Dio. Custode è l’uomo e, nella missione che gli è stata affidata, il suo ruolo non è di padrone.

Coltivare la terra, proteggerla, difenderla (cf. Gn 2,15) è dare spazio all’armonia del dialogo con i diversi vissuti, non solo è affondo di aratro e tenuta di briglie ma è dialogo intraumano. È permettere all’uomo, difendendo il suo ambiente vitale, di restare tale. Per questo da tempo il Magistero della Chiesa lega imprescindibilmente l’ecologia ambientale all’ecologia umana e tenta di far passare nella pastorale dell’annuncio, nella catechesi e nella formazione adulta della comunità cristiana che la salvezza del creato, la sua tutela, è questione non secondaria, ma di fede: credere in Dio è amarlo in ciò che ci dona. Tema che rende fecondo il dialogo ecumenico perché il punto di partenza di ogni dialogo è ciò che interessa l’uomo, il suo vissuto quotidiano, e diventa anche straordinario annuncio di Vangelo con nuovo linguaggio per parlare fuori dal tempio.

Papa Francesco, nell’ultima giornata dell’ambiente, affermava: «Custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino… Noi, invece, siamo guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare». La lotta per la bellezza, per conservare intatta l’opera di Dio, si è dimostrata titanica: l’uomo deve lottare perfino contro un perfido ingranaggio di autodistruzione messo in moto dagli egoismi più perniciosi. Lotta quotidiana che si aggiunge a quella che deve mettere in atto per la difesa del creato. I cieli e i mari ridotti a immondezzai: piogge acide, inquinamento atmosferico, rifiuti tossici aggrediscono ogni giorno il giardino di Dio. Gli animali della terra, compagni di viaggio dell’uomo, seviziati in ogni modo.

La bramosia di potere che ha creato le mille Babele dell’incomprensione ha ridotto il mondo in spazzatura. E come conseguenza di tutto questo i custodi sono diventati gli avidi soppressori delle cose che avrebbero dovuto custodire. E tra di loro si è organizzata un’aspra contesa di chi ha più diritti, di chi deve avere più spazi, di chi deve possederne più parti, di chi deve appropriarsi di più beni. La più bella delle creature, imbastardita dalla bruttezza dell’avidità, rischia di perdere i connotati dell’umanità che rimanda ai tratti del divino. Tuttavia, la speranza di salvare il mondo non è persa: lottare per un mondo diverso è possibile partendo dalla famiglia. Il dovere più cocente di ogni genitore è educare, è passare il testimone della propria storia, quello dei figli di rilanciarlo nel futuro. Educare alla custodia del creato è educare alla vita stessa. Percorso faticoso, ma esaltante, che vede insieme diverse generazioni a riscoprire la bellezza del creato nella gratuità come libertà in tempo di odiose schiavitù, la reciprocità che permette di sentirsi parte e disponibili all’incontro in tempo di contrapposizioni violente, riparazione dal male che si oppone a ogni fatalistica rassegnazione che il mondo non possa cambiare. La famiglia protagonista di rinnovata avventura, la famiglia, speranza e futuro per la società italiana, come ribadirà la 47ª Settimana Sociale dei cattolici italiani a Torino, la Chiesa, famiglia di famiglie, per ricordare al mondo che solo insieme possiamo rendere bella la nostra straordinaria casa.
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di Gennaro Matino, da Avvenire

sabato 3 agosto 2013

Cinquant'anni di fughe radioattive

Sono tempi difficili, questi!
Forse sono così complessi da rendere impossibile una corretta e compiuta informazione. Oppure è vero il contrario, mancando l'informazione diventa difficile esercitare la sovranità popolare e quando il gatto non c'è...
Stai a vedere che adesso il problema delle scorie nucleari depositate da cinquant'anni nel centro Itrec presso l'Enea di Rotondella (Mt) è causato dallo "scoop" di due giornalisti che, su una strada statale hanno visto e fotografato un convoglio di camionette, auto della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza mentre scortavano un autotreno con a bordo materiale radioattivo.
I cinquant'anni pregressi, le fughe radioattive, le centinaia di barili di terreno contaminato, i serbatoi decrepiti perché progettati per durare 20 anni (scaduti trent'anni fa) contenenti i residui corrosivi e radioattivi, le 64 barre di combustibile esausto raffreddate ad acqua prelevata dal mare e scaricata nel mare di Rotondella per ventiquattr'ore al giorno da oltre quarant'anni, sono tutte bazzecole.
Nessuno risponde di questo e nessuno pagherà per questo scempio.
Adesso, le frasi ignoranti del senatore Petrocelli e quelle subdole del Viceministro Bubbico, puntano il mirino sui giornalisti, rei di camminare sulla statale Jonica con gli occhi aperti, rei di aver detto ai lucani ed a qualche malcapitato pugliese che un carico nucleare passava davanti alle loro case senza che ne sapessero nulla. Senza che nemmeno i sindaci fossero stati avvisati.
E se quell'autotreno fosse caduto in una cunetta? E se si fosse incendiato? E se l'autista avesse avuto un colpo di sonno?
Nulla di tutto questo è accaduto, come chissà quanti autobus irregolarmente revisionati circolano per le strade senza finire in una scarpata causando 38 morti. E questo giustifica la leggerezza con cui il Ministero dell'Interno ha operato? Questo giustifica il rischio di 300 agenti delle Forze dell'Ordine che sarebbero corsi a soccorrere un eventuale incidente lasciandoci le penne?
Quello che due giornalisti hanno visto passare per la pubblica strada ed hanno raccontato, potrebbe, nientemeno, indurre gli "americani" a non riprendersi il materiale nucleare che hanno prodotto e trasportato nell'Itrec; l'ha detto il viceministro Filippo Bubbico. Ha messo un carico da cento sulla testa dei due giornalisti. Quello che per cinquant'anni non ha saputo fare la politica e lui stesso, che per almeno venti è stato figura apicale in Basilicata, adesso non si potrà fare a causa di due giornalisti che hanno raccontato un irresponsabile "trasporto".
Cosa vuole, Bubbico, aizzare gente esasperata contro due onesti giornalisti? Cosa cerca Petrocelli, il riscatto per non essere stato lui (che è pagato per servire il popolo) l'artefice della denuncia pubblica?
Abbiamo raccontato il trasporto pochi minuti dopo che si era concluso, quando cioè si trattava di un fatto e non di voci o supposizioni. Noi giornalisti, caro cittadino senatore, raccontiamo i fatti e non le chiacchiere, nemmeno quelle di chi pretende di possedere una "morale superiore".
Ed i fatti, per essere raccontati, necessitano di accadere.
I nostri parlamentari, i parlamentari lucani (cittadini e non), hanno fatto solo chiacchiere. Le chiamano interrogazioni parlamentari, ma sono solo parole al vento. Tant'è che ricevono in risposta altre chiacchiere.
Andiamoci dentro all'Itrec.
Andiamo a vedere con i nostri occhi di parlamentari e di giornalisti.
Metteteci anche voi il culo in questa sporca vicenda, come abbiamo fatto noi la notte del trasporto; mentre voi, come tanti ignari cittadini, dormivate.
Alla domanda fondamentale dovete rispondere voi parlamentari e non altri. Voi parlamentari Lucani:"qual è lo stato dei serbatoi di poltiglia radioattiva (residuo del riprocessamento delle barre di combustibile)?"
Delle tante domande che pure meritano risposta, questa ci sembra la più attuale ed urgente. L'abbiamo posta nel 2007, ripetuta in questi giorni e non ci accontenteremo di risposte "per sentito dire". Vogliamo vedere con i nostri occhi.
Perché, cari parlamentari, i nostri cari, i nostri figli e la nostra gente di queste amenità potrebbe morire!
Propongo che tutti i parlamentari lucani, lunedì 5 agosto con tutti i giornalisti lucani, si rechino ai cancelli del centro Itrec per visitare i serbatoi di cui innanzi.
Attendo adesioni con una sola avvertenza: chi non sarà presente, deve smettere di rompere i coglioni!
Viva la Lucania
Viva l'Italia

di Nicola Piccenna

venerdì 2 agosto 2013

Con papa Francesco anche la politica torna all’essenziale

Con papa Francesco anche la politica torna all’essenziale. O, meglio, a ristabilire sani rapporti tra mondo cattolico e potere istituzionale. A cominciare dalla Chiesa che dovrà essere più profetica, povera e vicina ai poveri, piuttosto che diplomatica e timorosa di dar fastidio ai potenti.Papa Francesco ha chiesto ai vescovi d’essere meno burocrati e più pastori, di stare in mezzo alla gente e avere addosso l’odore delle pecore, per testimoniare la misericordia di Dio più che la bontà degli accordi politici. Così da non essere più una stampella a sostegno di governi che hanno devastato l’etica pubblica, corroso le coscienze e spaccato il mondo cattolico. 

Non assisteremo più - per lo meno si spera – a competizione estenuanti tra vertici ecclesiali per aggiudicarsi il rapporto diretto con le istituzioni italiane, quasi fosse una questione di primaria e vitale importanza per la missione della Chiesa.Con papa Francesco finisce il tempo dell’ingerenza diretta nella politica, che deve tornare a essere il terreno proprio dei fedeli laici, adulti e maturi nella fede, fedeli al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa. Non è più tempo di supplenza e di protagonismo politico nel tessere sotterranee trame e intese, che alla lunga si rivelano un vero boomerang a scapito dell’annuncio del Vangelo. 

Già papa Woytjla, nel convegno ecclesiale di Palermo nel 1995, affermava con chiarezza: “La Chiesa non deve e non intende coinvolgersi con alcuna scelta di schieramento politico o di partito, come del resto non esprime preferenza per l’una o l’altra soluzione istituzionale o costituzionale, che sia rispettosa dell’autentica democrazia”. Spetta, quindi, al laicato cattolico affrancarsi da tutele che, in questi anni, l’hanno tenuto in stato di inferiorità e immaturità, e assumersi la responsabilità diretta dell’impegno politico, in vista del bene comune, testimoniando i valori evangelici in una società pluralista, secolarizzata e multietnica. E trovare, nel dialogo con tutti, il più ampio consenso democratico per una convivenza più civile, giusta e solidale. 

Alla Chiesa, invece, spetta il giudizio morale su modelli sociali che non hanno a fondamento la dignità della persona e l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, al di là del colore della pelle e della provenienza. Con più coraggio e profezia. Il suo compito è al di sopra delle parti, è sul piano dei valori e del pre-politico. Soprattutto è suo compito specifico la formazione delle coscienze. 

Dopo il fallimento dell’assise di Todi e per contrastare la loro crescente insignificanza, i cattolici sono chiamati a ritrovare una nuova via che li renda protagonisti e non più gregari mal sopportati in ogni schieramento. L’Italia ha estremo bisogno di un progetto lungimirante per il futuro dei giovani e delle famiglie, che si fondi su solide basi etiche, prima che il Paese si sbricioli del tutto. Purtroppo, vent’anni di contiguità con il berlusconismo hanno intaccato il primato morale della Chiesa e minato la credibilità del mondo cattolico. Per fortuna, ora riscattate e rilanciate da papa Francesco, nel nome del Vangelo e non della politica.
Di Don Antonio Sciortino, da Famiglia Cristiana

Semi di finocchio: 10 straordinari benefici per la salute

Semi di finocchio: 10 straordinari benefici per la salute

I semi di finocchio (Foeniculum vulgare) sono considerati una spezia da utilizzare in cucina per arricchire di sapore i nostri piatti e come ingredienti nella preparazione casalinga di pane, crackers e grissini. Sono ottimi anche per guarnire i pretzel. Il loro sapore è piuttosto dolce e ricorda quello dell'anice. A scopo curativo vengonoutilizzati soprattutto per la preparazione di tisane adatte a ridurre i gonfiori e a stimolare la diuresi. Quali sono i benefici per la salute dei semi di finocchio? Ecco i principali.

1) Prevenzione del cancro

Gli antiossidanti presenti nei semi di finocchio possono contribuire a ridurre il rischio di cancro associato con i danni provocati dai radicali liberi alle cellule e al Dna. Inoltre sono considerati un alleato per la prevenzione del cancro al colon, in quanto essi contribuiscono, insieme alle fibre vegetali, alla rimozione delle tossine dall'intestino, preservandone la salute.

2) Proprietà antinfiammatorie

Gli antiossidanti presenti nei semi di finocchio non sono soltanto utili nella prevenzione del cancro, ma vengono ritenuti salutari per l'organismo per via delle loro proprietà antinfiammatorie. Il loro impiego potrebbe essere utile nel trattamento di disturbi come l'artrite e il morbo di Crohn, due malattie autoimmuni, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche scientifiche per poterne dare conferma.

3) Contenuto di fibre

I semi di finocchio sono ricchi di fibre. Le fibre sono presenti unicamente negli alimenti vegetali e sono assenti nei cibi di origine animale. L'esempio più lampante in proposito è la carne. Le fibre sono fondamentali per favorire il transito degli alimenti di cui ci nutriamo lungo l'intestino e per permettere l'eliminazione delle tossine. Le fibre, in generale, sono utili per migliorano la digestione. 100 grammi di semi di finocchio contengono il 150% della dose giornaliera raccomandata di fibre.

4) Colesterolo

L'accumulo di colesterolo nelle arterie e l'aumento della sua produzione da parte del fegato è una delle principali cause di patologie come ictus, infarto e ipertensione. Il colesterolo può essere tenuto sotto controllo grazie ad un'alimentazione ricca di cibi vegetali e quindi di fibre.Le fibre contenute nei semi di finocchio riducono le possibilità di accumulo del colesterolo sulle pareti delle arterie e prevengono così le patologie cardio-circolatorie.

5) Pressione alta

Esiste un sale minerale fondamentale nella regolazione della pressione sanguigna. Si tratta del potassio, una sostanza presente in numerosi alimenti vegetali, compresi i semi di finocchio. Il potassio contribuisce a mantenere stabile la pressione sanguigna e, di conseguenza, a regolare il battito cardiaco. 100 grammi di semi di finocchio contengono 1694 milligrammi di potassio.


6) Proprietà diuretiche

I semi di finocchio presentano proprietà diuretiche e drenanti. Per questo motivo vengono utilizzate per la preparazione di tisane che possono favorire la diuresi, oltre che attenuare i gonfiori addominali. La tisana viene preparata sotto forma di infuso, lasciando riposare in 200 millilitri d'acqua bollente per 10 minuti 1 cucchiaino di semi di finocchio, per poi filtrare e bere senza dolcificare.

7) Proprietà antiossidanti

I semi di finocchio sono ricchi di flavonoidi. Si tratta di un gruppo di antiossidanti ritenuto in grado di ridurre lo stress ossidativo dell'apparato cardio-circolatorio e di proteggere l'organismo dai danni neurologici. I flavonoidi contribuiscono inoltre a prevenire l'invecchiamento precoce, contrastando i radicali liberi.

 Digestione

I semi di finocchio contribuiscono a migliorare la digestione. Le proprietà digestive di questi piccoli semi sono note ormai da secoli e vengono sfruttate dalle medicine popolari soprattutto per la preparazione di tisane e di decotti da bere a fine pasto per rendere la digestione meno lunga e pesante. Le tisane di finocchio sono di solito considerate adatte come rimedio naturale digestivo anche per i bambini.

9) Fonte di calcio

I semi di finocchio sono una ricca fonte di calcio, da tenere in considerazione anche se se ne consumano piccole quantità. Il calcio è presente in numerosi alimenti vegetali, compresa la frutta secca, come le mandorle, le verdure a foglia verde, come gli spinaci, e i semi, con particolare riferimento al sesamo. 100 grammi di semi di finocchio contengono il 120% della dose giornaliera raccomandata di calcio, ne contengono infatti 1196 milligrammi.


10) Globuli rossi

La produzione di globuli rossi da parte del nostro organismo viene favorita dai cibi che introduciamo attraverso l'alimentazione. I semi di finocchio presentano un elevato contenuto di rame, un minerale fondamentale per la formazione delle cellule del sangue, con particolare riferimento ai globuli rossi. 100 grammi di semi di finocchio contengono 1067 milligrammi di rame.

di Marta Albè, fonte:

http://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/11038-semi-finocchio-benefici

giovedì 1 agosto 2013

Dieci consigli per capire le menzogne che ci dicono

Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.
La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.
1) La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (Bruno Vespa é un maestro).
2) Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.
3) La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4) La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.
5) Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.
6) Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.
7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.
8) Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.
9) L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.
10) I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.
Si tratta di un decalogo molto utile. Io suggerirei di tenerlo bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi.


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/cavoletti-di-bruxelles/noam-chomsky-e-il-decalogo-sulla-mistificazione-della-realta#ixzz2aiNRNDqG