Il 15 marzo prossimo dagli eletti dal Movimento5S mi aspetto due discorsi, sia alla Camera che al Senato, da veri statisti. Discorsi in cui si prende atto di una situazione morale e civile, prima che economica, disastrosa; in cui si prende atto che lo schieramento di Centrosinistra ha raggiunto la maggioranza alla Camera dei Deputati ed al Senato, che il Movimento5S, da solo, è invece il partito più votato. La strana legge elettorale dà al centrosinistra la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera e la maggioranza relativa al Senato. La situazione che si è creata in Parlamento e più in generale la condizione del Paese chiama il Movimento ad interrogarsi sul ruolo che potrà svolgere nell’interesse più alto della nazione. Mi aspetto due discorsi in cui gli eletti nel M5S si dichiarano disponibili a far nascere un governo guidato dal centrosinistra, da Bersani, non sulla base del programma di quest’ultimo ma di un programma minimo comune che affronti le questioni più urgenti in un tempo determinato. Di questo si discute all’indomani dei risultati elettorali. Qualcuno ritiene questa discussione inutile, altri fastidiosa o dannosa per il Movimento, personalmente la ritengo necessaria. Chi interpreta l’eventuale partecipazione al governo come una ciambella di salvataggio a Bersani ed al centrosinistra forse non ha sufficiente fiducia nella capacità del Movimento di determinare le scelte di governo. Con il contributo fondamentale del Movimento, ma non solo suo, il Parlamento è già cambiato; più giovani, più donne, più cittadini liberi non legati ad interessi. Veniamo da decenni di parlamenti e governi composti da delinquenti abituali, mafiosi, camorristi, corruttori e magnaccia. Dobbiamo tener presente che la destra è guidata da un corruttore di giudici, corruttore di Guardia di Finanza, corruttore di testimoni, corruttore di parlamentari, corruttore di minorenni, corruttore di giornalisti, su cui convergono gli interessi della grande criminalità, della speculazione e del Vaticano, rappresentante di una destra eversiva, antidemocratica ed anticostituzionale (che l’informazione chiama “moderati”). Questa destra ha sottovalutato il Movimento alle ultime elezioni, non così alle prossime: combatterà la minaccia al sistema che esso rappresenta con ogni mezzo e con risorse ingenti, sostenuta da potenze straniere, in primo luogo Vaticano e Stati Uniti. La Storia ha già chiamato. D’ora in poi la storia la scriviamo noi, cittadini, il momento è già arrivato. Mettiamola così: se un cittadino sta annegando ed il Pd ha un canotto, o solo una camera d’aria, e noi abbiamo due remi, ma anche solo un bastone, lo andiamo a salvare questo nostro concittadino? O con Bersani mai? Durante la campagna elettorale tutti hanno parlato di un paese allo stremo. Le pesiamo le parole? Se è così non c’è un minuto da perdere per intervenire. Nella consapevolezza che finché non saranno attuate le necessarie misure la situazione peggiora ogni giorno, ogni momento; nella consapevolezza che mentre discutiamo qualche nostro concittadino compie gesti estremi per disperazione, qualche attività chiude i battenti, qualche famiglia si distrugge. Di tutto ciò che accade d’ora in poi ne è responsabile il nuovo Parlamento, compresi gli eletti nel M5S. Le modalità di partecipazione alle decisioni del governo possono essere varie, indicando ministri o meno. Si potrebbe indicare un sottosegretario (o più d’uno) in ogni Ministero a partire dalla Presidenza del Consiglio, possibilmente al di fuori degli eletti in Parlamento. Noi ci sperimentiamo al governo ed il paese sperimenta noi. Non ho dubbi che realizzeremo parti importanti del programma in una prova convincente. Bersani ha finora seguito una linea che apre alla possibilità di collaborare alle scelte di governo con modalità da definire (mentre D’Alema insegue prospettive personali, parla solo a suo nome). Nel Pd c’è un deficit di democrazia ed una pratica di selezione della classe dirigente che contraddice platealmente i suoi principi ispiratori, anche le giovani generazioni di protagonisti sono addomesticate, non portano novità e non alimentano il dibattito interno; gli emergenti sono cooptati, già vecchi. Allo stesso tempo nel Pd e nel centrosinistra, fra la base, gli elettori, ed anche fra i dirigenti ci sono persone degnissime che antepongono gli interessi collettivi più ampi agli interessi personali e di parte. Dobbiamo rispetto ed attenzione alle tante storie di persone dai principi solidissimi. Nei primi consigli dei ministri, via per sempre la Tav, il ponte sullo Stretto, gli F35. Via le Province e centinaia di enti inutili e sedi decentrate creati per le clientele. Via le auto blu, le scorte ed i tanti privilegi. Tagli degli stipendi più alti dei dirigenti pubblici a partire dai politici. Via vitalizi e pensioni d’oro. Su queste e su tante altre questioni c’è piena sintonia fra la base del Movimento e la base del centrosinistra, si tratta di alimentare il dibattito ed il confronto dando finalmente voce anche alla base del Pd finora mortificata ed emarginata dalle scelte. In un mese sarà un’altra Italia, e ci sarà riconosciuto in patria e fuori. Il mondo ci guarda, proprio noi, guardano proprio noi. Con pochi provvedimenti ed in un tempo brevissimo si possono liberare risorse per aiutare famiglie in difficoltà, sostenere i consumi e cominciare a ragionare sul rilancio dell’economia. Si può invertire la tendenza, dal declino alla ripresa, dalla disperazione alla speranza, già nella prima riunione del CdM. Non è scontato che il Movimento in ogni caso avrà consensi maggiori ad eventuali elezioni molto ravvicinate e senza che abbia dimostrato con gli atti parlamentari il senso dello Stato. Siamo ora nella migliore condizione di farci conoscere partecipando con modalità da definire alle scelte di governo. Il Pd è ora inchiodato, nel confronto col Movimento, alla parte più qualificante del suo programma. Si possono definire ambiti ed indirizzi (e anche impegni concreti e definiti) ed un anno di tempo per realizzarli, per salvare il paese dalla rovina senza ritorno. Parliamo alla nazione, facciamo un patto: realizziamo transitoriamente e per senso dello Stato, insieme al Pd e al CS, i punti A, B, C, ecc. e fra un anno vi chiederemo un mandato pieno per mandare definitivamente tutti a casa. L’obiettivo di mandarli tutti a casa è irrinunciabile, come fargli una radiografia per accertare che una parte del vil metallo che hanno amministrato in nome e nell’interesse del popolo non gli sia rimasta appiccicata. La prova di governo che sapremo dare valorizzerà tutto il lavoro svolto finora e che ha condotto il Movimento ad essere il primo partito; e solo così potremo rimuovere le ultime riserve e gli ultimi timori di tanti italiani nei confronti del Movimento. Lo Stivale è la patria di Archimede, di Leonardo, di Galileo, fra i più grandi geni di tutti i tempi. Mettiamo all’angolo la furbizia e diamo spazio all’intelligenza. Abbiamo, ci è stata assegnata, la responsabilità di dare all’Italia un governo di cittadini e di dirigere la vita pubblica. A noi, ai cittadini tutti, il compito di dare orgoglio alla nazione e slancio all’economia. Ho letto in alcuni interventi sulla questione che i commenti che invitano ad una riflessione sull’opportunità o sulla necessità di partecipare alle scelte di governo siano scritti da estranei al Movimento (“infiltrati del Pd”). Invece siamo tutti qui alla ricerca delle migliori soluzioni per raggiungere gli obiettivi posti. Leggo, sul programma è scritto tutto, niente partecipazione al governo. La rotta è necessario tracciarla, poi il mezzo dev’essere governato. Una nazione, un partito, un’impresa, hanno una rotta, un piano, che non viene messo nelle mani del pilota automatico. Le dinamiche vanno governate. Altrimenti di cosa parliamo? Quale governo, presente o futuro? Al timone ci mettiamo uno stagista che a seconda delle questioni da affrontare va a pagina tot del manuale di navigazione e lì trova le indicazioni delle azioni da intraprendere. Il programma è scritto ma ora si tratta di dare risposte ad una situazione nuova. Tracciata la rotta, in presenza di una corrente imprevista, di un uragano, di un delfino in difficoltà, la tabella di marcia può essere modificata. Semplicemente la linea più breve che unisce il programma alla concretezza degli obiettivi, attraverso le vicissitudini della nazione, può non essere una retta (quasi mai lo è). Siamo qui alla ricerca di soluzioni perché abbiamo deciso che non lasceremo il destino del paese nelle mani di nessuno ma di determinarlo tutti insieme e possiamo farlo grazie alla lungimiranza, alla tenacia ed ai sacrifici di Grillo e degli altri che da anni ci hanno creduto. Leggo, come facciamo se il Movimento propone di tagliare gli stipendi dei parlamentari del 75% ed il Pd del 50%? Facciamo che potrà prevalere l’una o l’altra soluzione (o una intermedia) e nel caso sfavorevole, cioè quando prevale la proposta del Pd, si parla al paese e si dice abbiamo fatto questo passo iniziale che ci impegniamo a completare se fra un anno ci darete fiducia ed un mandato pieno. Ma diciamoci la verità, tutta Italia ci metterebbe la firma su una riduzione del 50% degli stipendi approvata nel primo mese di governo. Non si può negare che la possibilità di invertire la rotta degli ultimi decenni e nella prospettiva breve di completare il successo del Movimento mandandoli tutti a casa c’è tutta. Cominciando a tagliare sprechi e privilegi e rimettere in moto l’economia il merito sarà riconosciuto al Movimento, a Grillo, ai cittadini che saranno investiti di responsabilità istituzionali; tutti saranno concordi che nessun altro governo l’avrebbe fatto, l’avrebbe voluto e saputo fare. Partecipando al governo non andremo in una direzione diversa da quella tracciata dal programma, la direzione sarà la nostra; sarà più lento il ritmo, non pieni i risultati, ed in ogni caso si potrà mettere un termine, un anno o due al massimo. La legge anticorruzione, sul conflitto di interesse, sulla Rai, sul contrasto alla criminalità, sul contrasto all’evasione fiscale, sul contrasto allo strapotere della finanza, sulla trasparenza delle tariffe, con il Pd si possono fare. E tutto in un futuro prossimo si potrà migliorare, anche le leggi si mettono alla prova analizzando i risultati che producono. Abbiamo la possibilità di ordinare ai vertici della sicurezza di non torcere un capello ai cittadini e passiamo la mano ai soliti che vogliono invece soffocare la libertà di espressione e la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica? Abbiamo la possibilità di chiudere per sempre le pagine nere di vicende come la Diaz, Cucchi e tanti altri casi vergognosi della nostra storia recente e ci tiriamo indietro? L’Italia ci ha chiamato a dirigere la vita pubblica, a prendere le decisioni. Se si dovesse andare ai voti all’interno del Movimento, sulla proposta di governare col CS, per correttezza dovrei astenermi, sarei in conflitto di interessi (come milioni di italiani); sono uno di quelli che stanno annegando, non sarei sereno come chi può aspettare mesi o anni per l’inizio di una svolta, nell’attesa di condizioni ideali che potrebbero anche non verificarsi. Ai Parlamentari del M5S auguro una riflessione terza senza risentimenti e senza sentimentalismi: non pensate a me, non fatevi condizionare da chi sta annegando, siate sereni. Proseguiamo tutti, quale che sia stata l’espressione di voto, questa riflessione confrontandoci e manifestando il nostro pensiero: ci sono le condizioni per incidere sugli sviluppi della nostra società oppure no? Alla fine, prima del giorno 15, nel Movimento tireremo le somme ed andremo avanti tutti insieme al governo o all’opposizione. Agli eletti in Parlamento la decisione, unitaria, sulla posizione da prendere, alla fine saranno i Parlamentari a dover convivere con la loro coscienza. I Parlamentari tutti, di ogni schieramento, tengano presente che non sono lì per fare gli interessi di una parte politica o assecondare personaggi influenti dei rispettivi schieramenti: si diano valore, si qualifichino come uomini di Stato sganciati dagli interessi e dalle ideologie. Dobbiamo rimanere tutti a bordo, ognuno con le sue responsabilità, a proporre, discutere, decidere, controllare, comunicare. A Bersani infine, non lasci cadere l’indicazione di Grillo di guardare fuori dal Palazzo per individuare il futuro Presidente della Repubblica, qualcuno in cui tutti possiamo riconoscerci. Abbiamo grandi personalità che i giochi di potere di destra e di sinistra hanno tenuto fuori dalle istituzioni, cogliamo il cambiamento puntando sulle eccellenze e non sulle appartenenze.
Grazie per l’attenzione e buona riflessione a tutti. Carlo Guida
Fonte: FB