sabato 10 dicembre 2011

Manovra, i partiti vanno all'assalto con 1300 emendamenti


POLITICA
10/12/2011 -
Manovra, i partiti vanno all'assalto
con 1300 emendamenti

600 emendamenti solo dalla Lega; l’unica opposizione ufficiale in Parlamento con i suoi 600 emendamenti ha presentato una sorta di «contromanovra» a quella che si accinge a presentare il governo. 500, il totale di Pdl Pd e Terzo polo. Anche se non esiste un intento «ostruzionistico» da parte dei principali partiti che appoggiano il governo, resta alto il numero totale degli emendamenti presentati.
Napolitano: guardare avanti,
è solo il primo passo del governo
di PAOLO ROMANI,dalla stampa
ROMA
Spazi per modificare la manovra? Pochi. Strettissimi. Il ministro dei Rapporti col parlamento Piero Giarda interviene in Commissione bilancio a dopo ore dalla conferenza stampa tenuta da Monti a Bruxelles ed usa quasi le stesse parole. Nella valutazione delle modifiche alla manovra «gli spazi di intervento sono assai limitati» e c'è la necessità di «mantenere invariati i saldi» afferma. «Nella costruzione del decreto il governo ha adottato criteri di equità che devono essere garantiti». Insomma l’esecutivo frena, ma non chiude: «Resta la disponibilità a valutare eventuali miglioramenti». Senza «pregiudizi».

Le priorità su cui cercano di intervenire Pdl, Pd e Terzo Polo che oggi incontreranno informalmente Giarda priam del rush finale sono chiare: pensioni e Imu. A seconda dei ritocchi però, per mantenere i saldi invariati, si tratta di recuperare da 2 a 4 miliardi di euro. Operazione tutt’altro che facile.

Il governo, mentre i sindacati tornano a chiedere un incontro urgente con Monti prima dello sciopero di lunedì, intanto incassa la riconferma della fiducia del capo dello Stato. Che da Napoli dichiara: «Bisogna guardare avanti, la manovra è solo il primo passo di questo governo». Ed i tagli, per quanto sofferti, sono «indispensabili», per raggiungere prima il pareggio di bilancio e poi impostare nuove politiche di crescita. A breve - anticipa Giorgio Napolitano incontrando i sindacati in Prefettura - arriveranno misure per il Mezzogiorno.

Intanto ieri sono scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti al decreto Salva-Italia. Il totale tocca quota 1300, con la Lega che la fa da padrona con quasi 600 proposte di modifica. Centocinquanta sono dell’Idv («di merito e non ostruzionistici» fa sapere Antonio Borghesi, e 500 di Pd, Pdl e Terzo Polo. Per lo più sottoscritti da singoli deputati.

Sui temi più caldi, previdenza e tasse sulla casa, fonti parlamentari spiegano che le soluzioni restano ancora in alto mare. E gli stessi relatori di maggioranza, Baretta del Pd e Leo del Pdl, confermano che un eventuale mini-emendamento non sarà pronto prima di domani sera.

La «contromanovra» delle Lega prevede di ricavare 4 miliardi dall’asta delle frequenze tv e di introdurre contributi di solidarietà sugli stipendi privati, sulle pensioni d’oro e il taglio dei finanziamenti alle imprese. In questo modo si punta ad eliminare l’Ici sulla prima casa, a salvare le pensioni basse e a cancellare la norma che elimina quelle di anzianità. Di Pietro, invece, vuole alzare al 10% la tassa sui capitali scudati (ora all’1,5%), recuperare i capitali illegalmente esportati in Svizzera, tagliare le spese militari e abbattere i costi della politica. Il Fli, tra l’altro, propone un tetto di 250 mila euro agli stipendi degli alti dirigenti, la revisione delle esenzioni Ici e di sostituire il bollo sul conto titoli da 1200 euro con una aliquota dell’1,5 per mille. Ipotesi, questa, che sarebbe stata presa seriamente in considerazione dal governo sempre a caccia di nuove «coperture». Anche Idv e Fli chiedono di mettere all’asta le frequenze tv. Ma su questo punto il governo continua a mostrarsi freddo: «Il tema va approfondito prima di formulare un parere» taglia corto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera.

Infine i due relatori. Leo propone criteri più selettivi per calcolare la franchigia sulla prima casa, visto che oggi la detrazione di 200 euro «è di fatto indifferenziata». E poi sconti Irap alle aziende per assumere i cinquantenni rimasti senza lavoro. Baretta, invece, batte sul tasto pensioni: tutto il Parlamento - spiega - «condivide» l’esigenza di «elevare la platea da escludere dal blocco dell’indicizzazione». Tra le novità su cui si sta ragionando c’è anche un emendamento per consentire agli operai messi in mobilità dopo il 31 ottobre (Termini Imerese, Alenia, ecc) di andare in pensione con le vecchie regole. Anche in questo caso di tratta di trovare le necessarie coperture.

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