La "manovra" di Legambiente
21,5 miliardi tra risparmi e tasse
La ricetta anticrisi mette al centro politiche ecosostenibili e scoraggia pratiche inquinanti. La presentazione al congresso nazionale dell'associazione
BARI - Ecco la ricetta anticrisi in chiave ecologista. L'ha messa a punto Legambiente che, dal palco del nono congresso nazionale, a Bari, ha lanciato un'idea per reperire velocemente risorse economiche da riutilizzare in parte per la diminuzione del debito e in parte per gli investimenti in grado di produrre un alto tasso di occupazione. Eccole.
L'ipotesi di una manovra "ecologica". Quasi 21,5 miliardi di euro, secondo la stima dell'associazione ecologista, potrebbero essere fatti rientrare nelle casse dello Stato grazie all'incentivazione di politiche di sostenibilità ambientale e di scoraggiamento di pratiche inquinanti.
Carburante, bollo auto, emissioni inquinanti. Disincentivi alla mobilità privata e una patrimoniale sulle auto di grande cilindrata. Questo primo punto dell'ipotesi salva-stato si potrebbe realizzare anche con la revisione del meccanismo di calcolo del bollo auto. Secondo Legambiente, dovrebbe essere fatto in funzione delle emissioni di anidride carbonica e non indipendentemente dall'utilizzo del mezzo, come è attualmente. Il sistema è semplice: aumentare il costo del carburante di 16 centesimi al litro per mantenere inalterato il gettito del bollo e aggiungere una "carbon tax" progressiva per auto che emettono oltre 100 gCo2. In questo modo, a pagare molto di più sarebbero gli automobilisti che fanno più chilometri e possiedono vetture che consumano più carburante e producono più emissioni. Così, verrebbero recuperati almeno 500 milioni di euro ogni anno.
Calcestruzzo, acqua, rifiuti. Canone di concessione al 20% dei prezzi di vendita di materiali edili, pari a 3 euro a metro cubo, da addebbitare a chi li cava. Un'operazione che porterebbe in un anno nel bilancio delle amministrazioni regionali oltre 230mila euro in più. Sempre secondo Legambiente, andrebbe rivisto anche il giro d'affari delle aziende che imbottigliano acqua. Con un canone di 10 euro a metro cubo imbottigliato si ricaverebbero 125 milioni di euro, 115 milioni di euro in più che le regioni potrebbero reinvestire nell'ammodernamento impiantistico del servizio idrico integrato. Nuova ecotassa di 50 euro per tonnellata di rifiuti smaltiti in discarica, invece, per far rientrare nelle casse delle Regioni circa 750 milioni di euro da reinvestire in politiche di prevenzione e riciclaggio dei materiali di scarto.
Fisco. Riunificazione della tassazione sulle rendite finanziarie al 23%. Porterebbe, ogni anno, 2 miliardi in più. Ma anche l'introduzione di un'accisa di 3 centesimi per ogni litro di carburante per coprire i tagli al trasporto locale. Entrata annua prevista: circa 1,2 miliardi di euro. Poi, un'azione incisiva del governo sui petrolieri e i distribuitori di benzina e sugli accordi di cartello del prezzo.
Tagli agli sprechi. Eliminare i costi di grandi opere infrastrutturali come il ponte sullo Stretto di Messina e le nuove autostrade nella pianura padana eviterebbe una spesa di 12.730 milioni di euro. Bandita anche la spesa per gli incentivi al trasporto su gomma che attualmente nel nostro Paese gode di uno stanziamento annuale di 400 milioni di euro per sconti sui pedaggi, sgravi fiscali e detrazioni varie e le spese miliari per nuovi programmi d'arma. Cancellazione di finanziamenti per cacciabombardieri, sommergibili, radar e corsi sulle forze armate. Si potrebbero recuperare ben 791,5 milioni di euro.
Ritardi accumulati. Colmare il ritardo nell'attuazione degli obiettivi stabiliti dal protocollo di Kyoto, ad esempio, permetterebbe all'italia di risparmiare circa 800 milioni di euro mentre realizzare un piano di messa in sicurezza del territorio per mitigare il rischio idrogeologico consentirebbe di risparmiare i circa 875mila euro spesi ogni giorno per far fronte ai danni provocati da frane e alluvioni.
(03 dicembre 2011)
Fonte : Repubblica
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