mercoledì 16 marzo 2011

15/03/2011 - COLLOQUIO

"Alla fine hanno vinto i nemici del patrimonio. Ecco perché me ne vado"


Andrea Carandini, docente di archeologia classica presso l'Università La Sapienza di Roma. Nominato nel 2009 Presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali

L’archeologo: Bondi è stato
massacrato non è colpa sua
se le risorse sono ridicole

P.B.
Andrea Carandini è al telefono con Gianni Letta e gli sta spiegando il motivo delle sue dimissioni: «Siamo passati da 102 milioni a 92, ma i soldi veramente spendibili sono all'incirca 60. Li distribuisca sulle 250 stazioni appaltanti del ministero: sono cifre ridicole!», scandisce. Poco dopo, accomiatata con garbo la «colomba» di Palazzo Chigi, l'archeologo di fama mondiale approdato due anni fa alla direzione del Consiglio superiore dei Beni culturali ci spiega che i tagli sono uno dei motivi ma non l'unico, per la decisione di ieri. Che è «sofferta», puntualizza, e «irrevocabile». O, forse, non del tutto: «Se dovesse profilarsi una seconda esperienza del genere Bondi e se restano i tagli, mai accetterò. Ma se aumentassero le risorse a 450 milioni di euro com' era fino a qualche tempo fa e rivedessero i tagli al personale, potrei ragionarci su. Ma ci vuole un ministro». In che senso? «Ci vuole qualcuno che si dedichi a questo giorno e notte e che non che faccia altro». Come l'ex ministro? «Bè lui aveva questo coordinamento che gli portava via molto tempo. Ci vuole un impegno molto grosso e un amore per la cultura immenso».

Le dimissioni sono dunque il segnale «che hanno vinto le forze nemiche dei Beni culturali», spiega Carandini. E di Bondi? «Ma certo, lo hanno massacrato. Non l'opposizione, che aveva chiesto le sue dimissioni: il nemico era altrove. Non gli hanno dato nulla, gli hanno tagliato tutto. Questo ti dimostra quanto è forte il partito del "facciamo fuori il ministro": sono forze ciclopiche quelle che hanno fatto cadere un coordinatore nazionale del Pdl». A chi si riferisce? Che vuol dire? «Che c'è un certo mondo che odia l'idea che i piani paesaggistici siano programmati con il ministero. Una volta erano solo loro che governavano il territorio, fino alla legge Galasso dell'85. I peggiori crimini sono stati fatti fino ad allora - ed è perciò che è arrivata quella legge. Poi il Codice dei Beni culturali ha rafforzato la Galasso. Ma oggi c'è un motivo per cui le Regioni non fanno i piani paesaggistici: perché vanno fatti con i Beni culturali. Loro non vogliono vincoli e quindi non li approvano. Il nodo è avere le mani libere sul territorio».

Lei sembra assolvere Bondi, in passato lo ha anche criticato perché non si è opposto alla riduzione dei finanziamenti... «Ma infatti lui ha ammesso che non è stato capace - risponde Carandini - . Però le richieste le ha fatte. Alla Gelmini hanno risposto di sì. Può darsi che Bondi sia stato debole nelle richieste ma è anche vero che hanno voluto colpire in particolare il suo ministero: è quello massacrato di più, assieme all' Ambiente. Non sono affatto orizzontali, i tagli».

Quindi lei critica Tremonti perché non fa tagli orizzontali? È una critica originale. «Io mi limito a dire che il suo atteggiamento è quello di tagliare in modo sbieco e un po' sospetto. Del resto non ha mai espresso una grande simpatia per la cultura». Il ministro dell’Economia però ha smentito di aver detto "non si mangia con la cultura"... «Però - ribatte Carandini - il risultato è quello. Ci ha ridotti a un quinto di quello che ci serve per sopravvivere».
Fonte : la stampa

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