martedì 4 gennaio 2011

Case ecologiche dal 2011

Slitta il provvedimento che obbliga le nuove costruzioni a dotarsi di impianti di energia

Può aspettare la casa ecologica. E’ stato prorogato al 2011 l’obbligo, per gli edifici di nuova costruzione, di installare impianti per la produzione di energia elettrica da fonti alternative, come sole e vento. Le amministrazioni comunali hanno quindi 365 giorni di tempo per introdurre l’obbligo nei propri regolamenti edilizi, sia per le abitazioni private sia per quelle di uso industriale, assicurando a seguito una produzione di almeno 1 kw per ciascuna unità. La norma era stata inserita nella Finanziaria 2008 del governo Prodi, che inizialmente ne aveva stabilito la decorrenza dal 1° gennaio 2009, successivamente slittata al 1° gennaio 2010 con la legge n. 14 del 2009. Il prossimo anno dovrebbe essere la volta buona, anche in vista del fatto che entro il 2020 l’Italia si è impegnata con l’Ue a soddisfare con le rinnovabili il 17 per cento del fabbisogno di energia primaria.  

Chi ha già aderito. Nonostante le proroghe, alcuni comuni italiani hanno già adeguato i propri regolamenti edilizi, inserendovi l’obbligo di installare pannelli fotovoltaici e solari termici. Secondo un’indagine condotta da Legambiente e Cresme, sarebbero 557 le amministrazioni eco-virtuose che, dal 2000 a oggi, hanno edificato circa 270 mila nuove abitazioni secondo i nuovi criteri ambientali.  

Una mappatura italiana. La distribuzione geografica dei 557 comuni interessa tutta Italia, anche se la maggiore concentrazione si registra nelle regioni del centro-nord, in particolare Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Importanti esperienze sono state avviate anche in Veneto, Piemonte, Lazio, Marche e Puglia, mentre nelle regioni insulari, Sardegna e Sicilia, le realtà coinvolte sono ancora poche, seppure si noti una profonda sensibilità verso l’efficienza energetica.  

Cosa è già stato fatto. In attesa dell’obbligo che scatterà a gennaio 2011, in Italia c’è già chi ha legiferato in materia di efficienza energetica e chi invece risulta in ritardo. Al primo posto, tra i provvedimenti intrapresi, c’è l’obbligo di isolamento igrotermico dell’abitazione (utilizzo di materiali come legno, fibre legnose o sughero) e la promozione della copertura verde. Al secondo posto, invece, sempre in termini di diffusione, figura proprio l’obbligo di prevedere una quota di produzione energetica attraverso l’impiego di pannelli fotovoltaici e una percentuale di acqua calda mediante l’installazione del solare termico. Meno frequenti, per ora, i provvedimenti che promuovono il ricorso all’eolico e alle biomasse.  

Esempi italiani. Se fino a qualche anno fa le fonti rinnovabili erano prerogativa dei Paesi del nord Europa, oggi esistono esperienze interessanti anche in Italia. Uno degli esempi più concreti di quartiere sostenibile è quello in fase di realizzazione a Bolzano, sotto il nome “CasaNova”. Pronto nelle previsioni per il 2012, il quartiere consiste in otto edifici che permetteranno un risparmio energetico annuo del 42 per cento rispetto a quelli di tipo tradizionale, grazie al teleriscaldamento, a un impianto centralizzato a collettori solari per la produzione di acqua calda, ai tetti verdi e a precise scelte di orientamento ed esposizione rispetto al sole. Altro esempio importante è quello nato nella periferia di Bergamo, chiamato “Villaggio del Futuro” e realizzato seguendo tutti i principi della bioedilizia.  

Energia solare. Il sole raggiunge la terra con un’energia elettromagnetica che, solo in piccola parte, viene utilizzata per sostenere la vita sul pianeta. Per questo, negli anni, sono state studiate numerose tecnologie per sfruttarla sia direttamente (conversione fotovoltaica, riscaldamento solare, riscaldamento passivo, conversione elio-termo-elettrica) sia indirettamente attraverso l’energia eolica e le biomasse. Ci sono particolari sostanze che, quando sono esposte alla luce solare, generano corrente elettrica e che per questo vengono utilizzate nella costruzione dei cosiddetti sistemi fotovoltaici. L’energia solare può essere convertita in calore anche attraverso i pannelli solari, che riscaldano l’acqua usata per usi igienici e per il riscaldamento. Esiste poi la cosiddetta conversione elio-termo-elettrica: in pratica, la luce solare viene concentrata tramite specchi su un fluido che, una volta riscaldato, produce vapore in uno scambiatore di calore e genera di conseguenza energia elettrica. 

Energia eolica. Anche dal vento è possibile estrarre energia. Il principio di funzionamento degli aerogeneratori è lo stesso dei mulini a vento, ma nel loro caso il movimento di rotazione delle pale viene trasmesso a un generatore che produce elettricità. Più aerogeneratori collegati insieme formano le cosiddette “fattorie del vento”, che costituiscono delle vere e proprie centrali elettriche. Come si forma il vento? La terra non cede in maniera uniforme all’atmosfera il calore ricevuto dal sole. Nelle zone in cui ne viene ceduto meno la pressione dei gas atmosferici aumenta, mentre dove ne viene ceduto di più l’aria diventa calda e la pressione dei gas diminuisce. Così si formano aree di alta pressione e altre di bassa pressione, e quando diverse masse d’aria vengono a contatto la zona dove la pressione è maggiore tende a trasferire aria dove la pressione è minore. Il vento non è altro che lo spostamento d’aria, più o meno veloce, tra zone di diversa pressione.
Paola Rinaldi
Fonte : Vivere

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