Avvenire: «Terzo polo non sia pasticcio»
''Non c'e' bisogno di un terzo pasticcio, ma di un 'di piu'', di un'azione convincente che indichi una volonta' e una prospettive diverse''. Cosi' il quotidiano Avvenire accoglie il varo del Polo delle Nazioni da parte di Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli e dell'Mpa di Raffaele Lombardo.
Marco Tarquinio, direttore del giornale della Cei, sottolinea nella rubrica delle risposte ai lettori che ''l'Udc di Pier Ferdinando Casini ha agito spesso in questa legislatura da 'opposizione responsabile', ieri questa impostazione e' diventata - a parole e in qualche gesto - l'atteggiamento programmatico di un coordinamento parlamentare che riguarda un centinaio di deputati e senatori di Udc, Api, Mpa e Fli''. Il direttore di Avvenire osserva inoltre che ''alle radici'' del nuovo soggetto politico ci sono ''seri grumi di sospetto'' legati alla ''storia politica di Gianfranco Fini'' e alle ''posizioni assunte su importanti questioni valoriali da lui e da vari dei suoi''. ''Ma gli alberi, come sempre, si riconoscono dai frutti che danno. E questi contano'', conclude Tarquinio.
E sul Polo della Nazione interviene anche Roberto Formigoni, con un invito niente affatto velato a Pier Ferdinando Casini a sganciare subito l'Udc, per dare vita insieme al Pdl ad una nuova forza politica unitaria dei moderati a forte componente cattolica. "Personalmente - dice Formigoni al Sole 24 Ore- non ho creduto al terzo polo neanche prima del 14 dicembre: il bipolarismo è stato fatto ormai proprio dai cittadini italiani. Il terzo polo sarebbe destinato ad avere meno voti di quello che generosi sondaggi gli attribuiscono. Dopo il voto di fiducia verrà fuori più chiaramente quello che a me è già chiaro, che il primo a non credere al terzo polo è proprio Casini: Casini è un moderato e quel che mi pare definitivo è il suo no a un'alleanza con il Partito democratico. Certamente poi sta a noi imparare la lezione degli errori del passato e far sì che il Pdl abbia comportamenti più politici che in passato". D'altra parte, sottolinea Formigoni, "l'appello di Berlusconi ai moderati, intesi come singoli esponenti e come partiti, mi sembra l'unica linea percorribile. E' rivolto, in prima battuta, a singoli esponenti di Pii e all'Udc, ma anche a tutti coloro che si riconoscono nel Partito popolare europeo. Penso, per esempio, ai cattolici del Pd, sempre più a disagio con la deriva a sinistra di quel partito".
Marco Tarquinio, direttore del giornale della Cei, sottolinea nella rubrica delle risposte ai lettori che ''l'Udc di Pier Ferdinando Casini ha agito spesso in questa legislatura da 'opposizione responsabile', ieri questa impostazione e' diventata - a parole e in qualche gesto - l'atteggiamento programmatico di un coordinamento parlamentare che riguarda un centinaio di deputati e senatori di Udc, Api, Mpa e Fli''. Il direttore di Avvenire osserva inoltre che ''alle radici'' del nuovo soggetto politico ci sono ''seri grumi di sospetto'' legati alla ''storia politica di Gianfranco Fini'' e alle ''posizioni assunte su importanti questioni valoriali da lui e da vari dei suoi''. ''Ma gli alberi, come sempre, si riconoscono dai frutti che danno. E questi contano'', conclude Tarquinio.
E sul Polo della Nazione interviene anche Roberto Formigoni, con un invito niente affatto velato a Pier Ferdinando Casini a sganciare subito l'Udc, per dare vita insieme al Pdl ad una nuova forza politica unitaria dei moderati a forte componente cattolica. "Personalmente - dice Formigoni al Sole 24 Ore- non ho creduto al terzo polo neanche prima del 14 dicembre: il bipolarismo è stato fatto ormai proprio dai cittadini italiani. Il terzo polo sarebbe destinato ad avere meno voti di quello che generosi sondaggi gli attribuiscono. Dopo il voto di fiducia verrà fuori più chiaramente quello che a me è già chiaro, che il primo a non credere al terzo polo è proprio Casini: Casini è un moderato e quel che mi pare definitivo è il suo no a un'alleanza con il Partito democratico. Certamente poi sta a noi imparare la lezione degli errori del passato e far sì che il Pdl abbia comportamenti più politici che in passato". D'altra parte, sottolinea Formigoni, "l'appello di Berlusconi ai moderati, intesi come singoli esponenti e come partiti, mi sembra l'unica linea percorribile. E' rivolto, in prima battuta, a singoli esponenti di Pii e all'Udc, ma anche a tutti coloro che si riconoscono nel Partito popolare europeo. Penso, per esempio, ai cattolici del Pd, sempre più a disagio con la deriva a sinistra di quel partito".
16 dicembre 2010
Fonte: L'Unità
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